Quando vieni catturato da questi luoghi
bisogna essere forti e coraggiosi per sfuggirgli...
altrimenti rimani qui per sempre!
Va Ste
16 agosto Giorno 1 - da Bologna a Reykjavik
Perché "4th Iceland Bike Tour"?
Il primo ciclo viaggio in Islanda, nel 2012, ha allargato i nostri orizzonti.
Il secondo ciclo viaggio, nel 2013, ha radicalmente cambiato il nostro modo di viaggiare in bici.
Il terzo ciclo viaggio, nel 2016, ha risposto ad un richiamo intimo, come quando stai via tanto tempo da casa... e poi torni.
E il quarto ciclo viaggio? Nel quarto ciclo viaggio volevamo mettere alla prova questa Isola incantata, eravamo curiosi di sapere se avesse ancora la capacità di farci nuovamente tirare fuori quell'indole da esploratori che cova sempre dentro di noi, di sorprenderci ancora, come tutte le prime volte.
E così montiamo su l'aereo pronti a trasformarci in esploratori.
17 agosto Giorno 2 - Reykjavik
La sorpresa del primo buio islandese.
Il famoso vulcano che infuoca la notte.
La prima sberla ventosa e piovosa.
Le mille gru che stanno costruendo una Reykjavik sempre più omogenea e internazionale.
Da 37 a 7 gradi in un solo giorno, cara Reykjavik ci hai accolto alla tua maniera, vento, acqua e... frescolino. Abbiamo notato che in 6 anni ti sei rifatta il look, sei più metropolitana, sei ancora più... cara, ti stai allargando e crescendo in altezza... stai perdendo un po' di quello spirito di avventura con cui ci avevi ammaliato 10 anni fa!
Ma tranquilla come vedi abbiamo ancora bisogno di te per lanciarci nella nostra quarta bici avventura islandese.
Siamo sullo start, domani schizziamo via!
18 agosto Giorno 3 - da Reykjavik a Basalt Hotel
Ben ritrovata Islanda!
Lasciamo la capitale e piano, piano ritroviamo l'Islanda che ci era entrata nell'anima, sappiamo già che sarà una giornata intensa, ci ricordiamo ancora cosa vuol dire pedalare in Islanda... ma oggi ci poniamo come due cicloturisti alla scoperta di un Islanda sconosciuta e ci lanciamo in questa prima tappa in bici, e che tappa!
Più che una tappa è stato un tappone, da Reykjavik a Basalt hotel passando da Tingvellir, una botta da 90 km dove abbiamo affrontato tutte le stagioni tranne che l'estate.
E' stata dura, talmente dura che ci viene difficile scrivere ciò che abbiamo provato! Siamo stanchi, ma abbiamo goduto tanto. Percorso strepitoso con 20 km finali su sterrato con l'immancabile vento e ci è venuta a trovare anche la pioggia.
Ma oggi possiamo affermare che finalmente stiamo pedalando in Islanda che a parte la prima parte per arrivare a Tingvellir piena di turisti, dopo ci ha regalato quella sensazione di solitudine che ti mette i brividi.
Oggi abbiamo oltrepassato un confine... si un confine delimitato dai famosi cartelli arancioni, questi cartelli non segnano soltanto il confine fra strada asfaltata e strada sterrata.
Questi cartelli sono soprattutto sono una password di accesso al mondo naturale dell'Islanda, fatto da fattorie sperdute nel niente dove le piste per i cavalli sono venute prima delle strade sterrate per gli umani.
Da qui inizia la scomoda Islanda, quella che ti urla il suo vento implacabile in faccia e che ti stordisce di bellezza, quella dei continui saliscendi spaccagambe.
E infatti anche oggi, a parte noi due un po' pazzerelli, zero cicloturisti
19 agosto Giorno 4 - da Basalt Hotel a Husafell
Seconda tappa in bici, da Basalt hotel a Husafell famosa per essere il rifugio degli abitanti di Reykjavik.
Ieri tappa faticosa... ma oggi tappa... pericolosa. Il percorso non sarebbe stato impegnativo ma in Islanda tutto può essere il contrario di tutto e la parte principale la recita il vento.
Si sa in bici l'elemento più fastidioso non è la pioggia, non è il freddo e non è neppure il caldo, il vento decide che giornata avrai. Oggi ha deciso di vendicarsi per la nostra assenza da questa isola da ben 6 anni e così ci ha fatto percepire quanto siamo fragili e leggeri noi ciclisti. 64 km di vento per lo più laterale che ci spostava da una parte all'altra della carreggiata, pedalando quasi inclinati a 45 gradi!
Dobbiamo ammettere che è stato pericoloso. da fermarsi e non ripartire, però cosa succede? Succede che le sberle del vento ti mandano in trans, non perdi lucidità anzi tutti i sensi si mantengono bel allertati, le gambe fanno male, il corpo è indolenzito, i km scorrono lentamente anzi i metri scorrono lentamente e quindi entra in funzione la testa vai aventi non con le gambe ma con la testa, vai oltre i limiti abituali, i propri limiti abituali quelli che ti cuci addosso, comodamente quando sei a casa.
Noi non partiamo per fare le imprese, oggi abbiamo sofferto, non ne andiamo fieri, ma sappiamo che anche questo è viaggiare.
20 agosto Giorno 5 - Riposo a Husafell
Che posto strano, quasi non sembra di essere in Islanda.
Abbiamo deciso di riposarci dopo 2 tappe che hanno stravolto la nostra lucidità... il nostro torpore.
Qui dove boschi di alberi coprono le montagne, e in Islanda gli alberi sono rari.
Qui dove esiste un camping stile centro commerciale.
Qui dove il paese è formato da una singola casa, una chiesa, un cimitero e un museo privato di manufatti naturali...
E poi inizia lo scuro, l'ignoto, la pista Kaldidalur, grigia e marrone, con sguardi sconfinati su immensi e secolari campi di lava, e ghiacciai.
Qui dove nasce Hvita, il fiume bianco, letteralmente bianco!
21 agosto Giorno 6 - da Husafell a Old Store Apartment
Terza tappa in bici, da Husafell a Hvítárbrú við Ferjukot.
Dopo il necessario riposo rimontiamo in bici lasciandoci alle spalle il Langjokull, il secondo ghiacciaio d'Islanda per grandezza, e per il momento le Highlands.
Oggi con un meraviglioso venticello alle spalle e un sole che cercava di sconfiggere le nuvole abbiamo affrontato un percorso molto gradevole che ci ha fatto passare una giornata immersi fra continui panorami su ghiacciai, fiumi e tantissimi cavalli allo stato brado. Per tutta la tappa ci ha accompagnato la splendida visione del monte Baula.
Cronache dal fiume Hvita, il fiume bianco che si precipita dagli altopiani interni per correre verso il mare e forma alcune prodigiose cascate, fra tutte le Hraunfossar "cascate di lava", una moltitudine di rivoli che sgorgano direttamente da sotto un campo di lava per circa un chilometro e precipitano tra le rocce, il muschio e le betulle nelle acque scure del fiume glaciale.
Lasciate le bici a riposare un po', siamo andati a visitare, poco più a monte, la "Cascata dei bambini" Barnafoss nel punto in cui il fiume si getta in una stretta gola formando rapide spettacolari.
Noi abbiamo percorso un nuovo ponte pedonale, ma nel burrone si notano i resti di antichi ponti in pietra ormai non più percorribili.
Secondo la leggenda (in Islanda non mancano), un tempo il fiume era attraversato da un arco di roccia naturale.
Rimontiamo in bici, piacevolmente in leggera discesa con sempre a fianco l'impressionate sagoma del monte Baula ci dirigiamo verso la "ring road" dove purtroppo troviamo un traffico "sgarbato" e per certi versi pericoloso, ma perché corrono così veloci? Non sarebbe meglio vedere un poco di meno ma in modo più approfondito? Comunque pochi km e svoltiamo su una sterrata, ecco così va molto meglio!
22 agosto Giorno 7 - da Old Store Apartment a Midhraun
Quarta tappa in bici, dai ghiacciai delle highlands alla magia della penisola dello Snaefellsnes con i suoi vulcani spenti(?), i suoi colori accesi e il mito di Jules Verne con "il viaggio al centro della terra".
Il percorso è stato molto gradevole, altimetria "gentile" con delizioso vento alle spalle, e poi... il meraviglioso mondo selvaggio che ci è girato intorno per tutta la tappa.
Partendo da Old Store Apartment in compagnia di un divertente cagnolino che ci ha accompagnato per quasi 5 km su sterrato, ci siamo diretti verso Borgarnes per poi virare a destra e prendere la strada della penisola, traffico motorizzato un po' invadente ma noi eravamo rapiti da sensazioni positive e quindi abbiamo vissuto la tappa come all'interno di una bolla magica!
Siamo nella parte sud della penisola e pedalando verso ovest lo sguardo non può non essere rapito dove svetta il ghiacciaio Snaefellsjokull, la strada è molto pittoresca, campi di lava, antichi vulcani, montagne dalla forma plastica, colori improbabili, cavalli tantissimi cavalli, il sole velocemente con le nuvole facendo cambiare il panorama ad ogni sguardo.
Arriva l'ora di pranzo, oggi picnic di fronte al ghiacciaio dello Snaefellsnes, che per salutare il nostro arrivo in questa zona d'Islanda dopo 10 anni dalla prima volta, ci ha regalato sole e pochissimo vento!
Ci sediamo su un campo vicino ad una mandria di cavalli, ci guardiamo intorno, di umani ci siamo soltanto noi ma proprio di fronte c'è un antico piccolo vulcano che sembra rivendicare il legittimo possesso di quel territorio.
In un naturale rispettoso silenzio finiamo di mangiare il nostro pasto a base di parmigiano (portato da casa), ci alziamo e ci apprestiamo a togliere il disturbo, per tutto il tempo che siamo rimasti ci è sembrato che ci osservasse, che ci educasse.
23 agosto Giorno 8 - Midhraun
Oggi le bici riposano ma le gambe no e soprattutto non hanno riposato gli occhi quasi incapaci di ammirare la "violenza" di questo territorio. Il cuore ha continuamente sussultato, i polmoni si gonfiavano fino a quasi farci volare... e la testa è partita! Oggi abbiamo fatto un trekking esplorando campi di lava antica fra montagne e vulcani spenti, un luogo privo di qualsiasi riferimento alla vita tranne il mondo vegetale e minerale, un luogo dove ti senti solo, isolato, alieno. Che bello!
Una camminata sui campi di lava fra distese di cetraria islandica!
Il nome di questo muschio che ricopre i campi di lava. Morbidissimo e delicatissimo.
Di un colore indefinibile, forse il vero colore d'Islanda.
Come questa terra, a volte accogliente, a volte aspra.
24 agosto Giorno 9 - da Midhraun a Stykkisholmur
Quinta tappa in bici, oggi destinazione Stykkisholmur la "capitale" della penisola dello Snaefelles.
Pronti via e subito circa 20 km di vento frontale fortissimo e la super colazione fatta appena alzati, subito bruciata dopo pochissimi km. Ma il duro "allenamento" dei giorni passati ci consente di soffrire un pochino meno... Mentre pedaliamo controvento, pensiamo che in questa tappa dovremo affrontare un passo, il Vatnaleid Mountain Pass, e la direzione del vento non promette bene, ad un certo punto spunta un cartello che consiglia il montaggio delle catene da neve!
Ma con l'amore e la passione si arriva dappertutto! Inizia la salita... ma inizia anche lo spettacolo che l'Islanda ci ha riservato per oggi.E poi discesa a capofitto verso la costa, fra pareti rosse di vulcani, laghi, cigni.
La penisola dello Snaefellesnes è piena di vulcani spenti(?!) che hanno lasciato colori difficile da descrivere, le forme delle montagne sembrano modellate come farebbe un bambino con il das, pongo, plastilina... giri lo sguardo e dall'altra parte c'è l'oceano punteggiato da un laguna di scogli e isolette...
Poi arriviamo a Stykkisholmur, uno "small village" che sembra ovattato per poi tingersi verso sera di un colore blu... ovattato.
Qui ci eravamo stati dieci anni fa' di passaggio dai fiordi occidentali, pioveva ed era freddo, oggi soleggiata e quasi 13 gradi! Ce la siamo proprio goduta.
25 agosto Giorno 10 - da Stykkisholmur a Saeberg
Oggi puntiamo la bici verso nord, trasferimento a Saeberg.
Qui l'Islanda cambia ancora, appare più rurale, ancora più remota, le distanze fra i gruppi di case si sono ancora di più ampliate.
Da qui ripartiremo per la seconda parte del nostro percorso che promette misteriose novità, territori che nei 3 precedenti viaggi non avevamo mai esplorato.
Comunque vada ci aspettiamo un'altra fantastica esperienza!
Stasera l'Islanda ci regala questo tramonto con tutti i colori che la compongono.
Qui ci dicono esserci le colonie di foche, per ora non le abbiamo viste ma di pace e silenzio tanto!!!
26 agosto Giorno 11 - da Saeberg a Hvammur
Oggi vi raccontiamo la storia di Hilly e Windy che combattono contro Galgagil!
Si perché andando a nord, il territorio islandese diventa Hilly/ondulato e sempre più Windy/ventoso.
Per cui oggi, per affrontare i numerosi saliscendi con gentile concessione di un vento laterale frontale, ci siamo inventati delle storie!
E Galgagil non è il nome di un mostro ma di una montagna lunga e affilata che ci ha accompagnato per tanti km.
Si ci siamo spostati al nord... dove i luoghi sono meno appariscenti e il turismo mordi&fuggi è praticamente assente.
Ma viaggiando lentamente, soprattutto in bicicletta diventa tutto "appariscente" anche una curva di una strada oppure il disegno che formano i cavalli o le pecore mentre si spostano in gregge o le oche che improvvisamente prendono il volo lungo il fiume. L'Islanda ha molti siti spettacolari e ci si abitua a considerare non interessanti le zone con meno attrattive.
Ma il bello di viaggiare in bici, quindi alla giusta velocità, ti fa cogliere quei momenti di luci, di paesaggi, di movimenti, di tempi, che in altri modi di viaggiare non coglieresti mai.
Noi in questa tappa abbiamo lambito i primi fiordi del nord dove le montagne giocano con l'acqua dell'oceano e come sempre non mancano le "colline" e il nostro compagno di viaggio "the wind". Qui l'Islanda appare più dolce, in alcuni tratti può sembrare simile alle nostra prealpi italiane ma poi giri lo sguardo dall'altra parte e vedi l'oceano.
Gli ultimi 10 km ci portano nell'interno lungo una valle piena di allevamenti di cavalli e famosissima per la pesca del miglior salmone d'Islanda.
Allora forse stasera sappiamo già cosa mangeremo!
27 agosto Giorno 12 - da Hvammur a Skagastrond
Settima tappa in bici, da Hvammur a Skagastrond una giornata di pieno sole con assenza totale di vento!
Forse siamo saliti così tanto a nord da essere in paradiso?
No, sono gli scherzi atmosferici con cui piace giocare questa terra birichina. L'assenza di vento ha fatto calmare gli specchi d'acqua permettendoci di gustare panorami molto, molto suggestivi. Lasciamo la magica valle di Vatnsdalsfjall per attraversare una rara zona pianeggiante attraversata dal fiume Laxà à Asum, particolarmente ricco di salmoni e sfruttato per rifornire di elettricità tutte le aree naturali vicine. in questa zona, evidentemente molto fertile, ci sono molte fattorie e il paese di Blonduos funge un po' da capoluogo commerciale della zona.
Passato questo paesone poco significante attacchiamo la penisola di Skagi da dove abbiamo goduto di un bellissimo panorama sui fiordi occidentali e addirittura avvistato il ghiacciaio Drangajokull, uno spettacolo che ci ha emozionato.
Arriviamo all'isolato e moderno villaggio di Skagastrond dove abitano circa 400 persone, un villaggio servito di tutto il necessario per vivere... bene.
Oggi è stata una tappa da relax puro, la nostra forma psicofisica si sta adattando velocemente ai ritmi e al clima di questa parte d'Islanda, la mattina siamo partiti da 0 gradi... quando siamo arrivati a destinazione i gradi erano 15 e nel villaggio quasi tutti erano in maglietta, noi... quasi!
Skagastrond ci ha accolto con un sole fantastico e la prima uscita serale "mondana", in un pub qui alla fine del mondo, affacciati sul ghiacciaio dell'Hornstrandir!
28 agosto Giorno 13 - Skagastrond
Oggi vacanza!
E se per caso un giorno stai fermo con la bici, non li vuoi fare due passi sulle scogliere di Skagastrond?
Certo che si! Uno spettacolo!
Ci è sembrato di essere dentro ad un documentario di quelli visti in TV, i nidi degli uccelli, i fiori rari, il lontano, mirtilli e funghi sul mare!
Che luogo magnetico Skagastrond, noi ci abbiamo lasciato il cuore!
29 agosto Giorno 14 - da Skagastrond a Helluland
Ottava tappa in bici, oggi tappa di montagna attraversando la penisola di Skagi partendo dalla pacifica Skagastrond e arrivando alla laboriosa Saudarkrokur che conta la bellezza di ben 2.500 abitanti!
Una vera e propria città... brutta, con un fortissimo "odore" di marcio, sono presenti molte aziende ittiche, un enorme centro commerciale, palazzi, ci ha colpito la presenza di una sgambatura per cani!
Ma in realtà la nostra meta di questa tappa è la fiabesca Helluland, una fattoria storica accarezzata dal suggestivo Skagafjordur.
Una media di ben 20 gradi ci ha accompagnato per tutta la tappa che con 800 metri di dislivello si aggiudica, per il momento, la seconda piazza come altimetria scalata.
Tappa che nella parte centrale ricorda le strade delle nostre Alpi ma quando si arriva in forte discesa verso lo Skagafjordur non puoi che sentirti in Islanda, le tipiche montagne tagliate con il consueto ghiaccio livellato ad una precisa altezza su tutte le cime. E poi la luce che gioca molto lentamente con l'acqua del mare, dei fiumi e con l'evolversi delle nuvole.
Il paesaggio è ovviamente nordico, si percepisce un'atmosfera sospesa come sospesi ci sentiamo noi pedalando su questi luoghi tanto, tanto diversi da dove viviamo.
Oggi si cambia regione e si entra nel super Nord, un ulteriore scalino verso l'ignoto!
Cosa ci aspettiamo? Siamo ansiosi, affamati di scoprirlo, questi sono luoghi di saghe, di montagne severe, di strade solitarie, di discese che si buttano a fionda nel fiordo, di fiumi che cambiano colore! Sappiamo che da qui scopriremo un'altra Islanda!
E nonostante le salite dure, WE ARE STILL STANDING (in bicycle)!
30 agosto Giorno 15 - da Helluland - Gimbur
Nona tappa in bici, Da Helluland a Gimbur guesthouse nella penisola di Trollaskagi, beh niente... nella tappa di ieri ci eravamo pronunciati affermando che si entrava nel super Nord e quindi un ulteriore scalino verso l'ignoto.
Bene oggi abbiamo fatto uno "scalone" verso l'ignoto!
Non esiste libro, app o qualsiasi aggeggio multimediale che può trasmetterti sensazioni che puoi vivere dal vivo.
Ognuno ha le proprie e quindi anche noi con le nostre parole siamo consapevoli che non possiamo trasmettere ciò che vorremmo.
Mai provato sensazioni come quelle di oggi, anche se in Islanda in più ciclo viaggi abbiamo fatto qualche migliaio di chilometri, la tappa di oggi ci ha reso consapevoli di cosa significa esplorare, ovviamente nel nostro piccolo.
Tanta adrenalina, tanta solitudine, profonda sensazione di isolamento, stupidamente possiamo descrivere i panorami come suggestivi film i 3D con in più l'effetto fatica sul nostro fisico, il clima ha fatto il resto.
Oggi ci sentivamo come John Lennon quando dice "people Say I'm Crazy, doing what i'm doing"...
Perché un vento accanito laterale ha messo a dura prova la tenuta in bici, però lo stesso vento ha creato nuvole incredibili, ha arricciato le onde dell'oceano, ha appiattito le enormi distese di erba colore brughiera.
Perché qui si passa da 15 a 5 gradi nel giro di 15 minuti ma forse anche meno.
Perché qui l'unico rifugio è la strada che stiamo percorrendo.
Nella penisola di Skagi tutto è ridotto all'essenziale, i bus turistici sono spariti, le montagne si sono appuntite come matite, meno fattorie del solito, colline brulle di una bellezza sintetizzata.
E di fronte l'oceano che quando è arrabbiato mette una certa suggestione.
E nelle ore di bici si guardano le ruote girare all'infinito...
watching the wheels...
31 agosto Giorno 16 - da Gimbur a Siglufjordur
Decima tappa in bici, nel nord dell'Islanda travolti da nuove sensazioni, da nuove atmosfere e da strade che soltanto qui possono esistere.
Una tappa tanto sognata, tanto pensata ma quando ci sei dal vivo tutto cambia, arrivare a Siglufjordur in bici partendo da Reykjavik è una grande emozione, perché sei su al nord nord e il paesaggio ti ricorda di quanto siano remoti e aspri questi luoghi!
Oggi da Gimbur a Siglufjordur per la strada costiera definita da noi un vero "ottovolante" semi sterrato... pendenze dal 6 al 10% che ti danno l'impressione di essere veramente alla fine del mondo, la bici si impenna in salita sullo sterrato mentre in discesa sembra prendere una propria vita decidendo lei le traiettorie.
Qui l'ambiente è "severo" con a destra le pareti scoscese delle montagne e a sinistra la continua compagnie del Mar di Groenlandia (oppure è il Mar di Norvegia?) davanti a noi sono terminate le lunghe strade diritte adesso la strada davanti a noi compie delle acrobazie inverosimili sparendo da una parte e ricomparendo da un'altra!
Il passaggio sulle rocce in cima al fiordo non lo dimenticherò mai!
E poi i tunnel, vere grotte ad una corsia dove si pedala un po' con il cuore in gola sperando che le auto (pochissime) che incrociamo ci vedano!
Siglufjordur... un paesino di 1.200 abitanti che assomiglia quasi ad un nostro paese di montagna... però sul mare.
L'arrivo a Dalvik è stato quasi scioccante, d'improvviso siamo ripiombati nel "confort civilizzato", e riecco i bus di turisti mordi e fuggi!
Oggi è stata una tappa che ci ha dato nuove sensazioni, adesso sappiamo qualcosa in più del vero nord islandese.
1 settembre Giorno 17 - Dalvik
Oggi si va al mare... a far visita ai suoi abitanti. E' come essere dentro ad un documentario!
Oggi riposo per le bici ma non per le emozioni!!!
Balene balene balene!!!!
Spettacolare!!!
Meraviglioso!!!
Indescrivibile!!!
Emozionante!!!
Wow!!!
Una giornata per sentirsi un po' Jacques Cousteau!
2 settembre Giorno 18 - da Dalvik a Akureyri
Undicesima tappa in bici, dopo le balene siamo tornati sulla strada a prendere vento e aria, perché lì è dove stiamo meglio!
Ma come sempre in tutti i viaggi accade, anche in questo viaggio siamo incappati nella tappa "bruttina"!
Siamo arrivati ad Akureyri, e pensare di esserci arrivati partendo da Reykjavik in bici, fa un certo effetto!
Da Dalvik a Akureyri oltre a essere una tappa breve, completamente nuvolosa, è stata anche una tappa di puro trasferimento... intendiamoci in Islanda è difficile definire una tappa soltanto di trasferimento... ma l'abitudine a quello che vediamo tutti i giorni fa si che si possa diventare di "palati difficili"! Una cinquantina di km dove abbondano fattorie e porticcioli dove salpano le navi per le escursioni alla scoperta delle balene!
E dopo tanti giorni di isolamento, di piccolissimi villaggi, arrivare in una cittadina di 20.000 abitanti è quasi uno shock!
Una "metropoli", auto, traffico, addirittura puzza di smog, che ovviamente si confonde con quello perenne di merluzzo!
Per le strade praticamente soltanto turisti e anche noi da buoni italiani abbiamo approfittato della completa offerta di servizi e ci siamo catapultati a divorare finalmente la pizza!
3 settembre Giorno 19 - da Akureyri a Godafoss
Dodicesima tappa in bici, "La nebbia agli irti colli piovigginando sale", oggi non è mancata la nebbia, né gli irti colli!
Avvolti dalla nebbia ci allontaniamo da Akureyri ignari da cosa ci sia ad appena quattro cinque metri da dove pedaliamo, neanche nella bassa padana abbiamo mai incontrato una nebbia così fitta! Lasciamo Akureyri con la pista ciclabile costeggiando il fiordo dove incontriamo molte persone che praticano sport, 7 gradi con umidità infinita!
Sappiamo che ci aspetta una bella salita che scopriremo arriverà al 13%, purtroppo non vedremo il panorama su Akureyri e soprattutto sulle bellissime montagne che ne fanno da cornice. Siamo sulla salita, il sole sta combattendo contro la nebbia, noi siamo bagnati fradici sotto i vestiti per il sudore e all'esterno per l'umidità fuori dal normale.
Arriviamo in vetta al passo e improvvisamente la nebbia ci abbandona e le nuvole che si stanno dissolvendo ci "salutano con dei sorrisi"!
Adesso è estate, sole, sole e sole, fiumi e laghi azzurrissimi ci accompagnano per il resto della tappa.
Alle nostre spalle lasciamo le tipiche montagne con il pittoresco ghiaccio che ci hanno accompagnato per molta strada, adesso affronteremo gli altopiani con le strepitose cascate e i fantastici campi lavici.
Ma prima andiamo a riposarci in una accoglientissima fattoria dove troviamo una genuina ospitalità di 2 ragazzi che si sono messi in gioco con i loro cavalli, 2 cani e 1 gatto!
Anche oggi visti zero cicloturisti!
Vamos adelante!
4 settembre Giorno 20 - da Godafoss a Myvatn
Tredicesima tappa in bici, da Godafoss a Myvatn, eh... descrivere una tappa come quella di oggi si rischia fortemente la banalità più completa!
Partiamo dal fatto che oggi c'erano 25 gradi e il cielo era di un azzurro profondo dipinto qua e là da striature di impalpabili nuvole che cambiavano colore con l'andare del tempo.
Dopo poche pedalate abbiamo dovuto fermarci per tuffarci nella cascata degli dei... Godafoss!
Le cascate sono magnetiche e Godafoss lo è talmente tanto che si deve porre molta attenzione per non venire attratti dentro di lei. Cascata molto accessibile e quindi non mancano i bus con turisti da "ten minutes, please"!
Nove anni fa c'erano 10 persone compreso noi.
Lasciamo la cascata e via in salita sotto un clamoroso sole cocente, pedalando pensiamo con timore a come ritroveremo l'area di Myvatn, nove anni fa rimanemmo stregati, folgorati, incantati, anche in quel caso non eravamo in tanti...
Scegliamo di arrivarci dalla parte sud del lago, quella meno trafficata.
Si Myvatn è ancora uno spettacolo!
Sembra ancora di pedalare in una scenografia di una favola... e ci siamo emozionati, tanto.
Di oggi potremmo mettere non so quante foto e descrivere quante emozioni.
Da Godafoss a Mivatn in un giorno di azzurro spettacolare.
Vogliamo condividere in particolare una foto di uno dei centinaia di laghi che ci sono in Islanda.
Così, senza vento, sembrava un quadro di René Magritte.
Fantastica Islanda
5 settembre Giorno 21 - Grjotaja, Hverjfiall, Dimmuborgir
Fino a questo momento abbiamo pedalato un'avventura adrenalinica ma adesso entriamo nel Luna Park!
Ci fermiamo per l'esplorazione dell'area di Myvatn, piena di gioielli da ammirare, vivere e respirare.
Grjotagja, Hverfjall, Dimmuborgir sono i tre siti dove siamo tornati ad esplorare dopo 9 anni, e l'impatto è sempre lo stesso, stupefacente!
E quindi, uff questa Islanda!
Quando decidi di non girarla in bici ti "tocca" camminare un po'...
E basta con tutta questa bellezza così potente!
L'escursione parte da Vogar e dopo poco incontriamo Griotagia una fenditura con una grotta piena d'acqua a circa 45°, un po' troppi per farci il bagno ma un piedino..., il luogo è molto suggestivo soprattutto quando il sole filtra dalle crepe del soffitto e illumina l'interno e poi il cratere del vulcano.
Continuiamo e ci prepariamo alla scalata di Hverfjall dove "dimorano i marziani", il nostro favorito. Un cratere che si è formato 2.500 anni fa durante un'apocalittica eruzione ergendosi a più di 450 metri dal suolo con un diametro di 1.040 metri.
E' il punto di riferimento più maestoso nel panorama di Myvatn.
Dall'orlo del cratere si comprende bene la potenza dell'esplosione, il foro gigantesco si apre come una bocca attraverso la montagna, il sentiero corre sul bordo della cratere per poi deviare in forte discesa verso Dimmuborgir... noi la discesa l'abbiamo fatta di corsa, adrenalina a palla!
E per finire eccoci spersi nel campo lavico di Dimmuborgir, che in islandese significa "i castelli di lava", con il suo arco naturale di lava. Gigantesco campo di lava con pilastri e spuntoni dalle forme più strane generati 2.000 anni fa.
Mamma mia che noia tutta questa bellezza!
6 settembre Giorno 22 - Stora-Viti, Krafla
Quattordicesima tappa in bici, beh questa non è una vera tappa ma un'escursione alquanto impegnativa... da Myvatn saliamo su al parco geotermale di Krafla, un andata e ritorno adrenalinica.
Tre salite, due al 10% e un'altra al 14% ci portano in un mondo alieno... parliamoci chiaro, siamo fortunati. Siamo fortunati nel poter fare certi viaggi, siamo fortunati ad incontrare questi siti, siamo fortunati a provare forti emozioni e siamo fortunati a lacrimare, ma oggi non c'era vento...
Nove anni fa' fu una scoperta, oggi abbiamo esplorato noi stessi.
Prima arriviamo a salutare Stora-Viti l'imponente cratere brunastro che rivela un segreto stupefacente, una volta raggiunto l'orlo una scintillante pozza d'acqua turchese che si è formata al suo interno.
Tra bocche fumenti, pozze ribollenti e paesaggi desolati, il colore dell'acqua regala una sensazione piacevolmente contrastante mentre si percorre l'orlo del cratere.
E poi arriviamo a Krafla, che ti lascia senza parole.
Bocche fumanti, crateri dai colori vivaci e laghi dalle acque turchesi ci attendono, ma quello che ci stravolge è il campo di lava più imponente d'Islanda, una distesa chilometrica di grovigli e spaccature di rocce laviche ancora calde!
Infatti la zona di Krafla è ancora considerata attiva, in questi casa la visita implica sempre qualche rischio, è decisamente consigliato evitare di calpestare il suolo di colore più chiaro che indica una bocca fumante viva, le pozze di fango, le formazione di lava aguzze che sono dei coltelli affilatissimi.
Non ci si deve distrarre, è una potenza così brutale che ne esci stordito.
Quando vieni catturato da questi luoghi bisogna essere forti e coraggiosi per sfuggirgli... altrimenti rimani qui per sempre!
7 settembre Giorno 23 - Namaskard, Namafjall, Dalfjall, Hverir
E adesso, cosa vi raccontiamo? Sarebbe facile raccontarvi che è stata un'altra giornata stupenda passata a visitare un sito fuori dal mondo. Invece non è stato così...
Oggi non abbiamo capito dove eravamo, anzi ci siamo chiesti se eravamo ancora a dormire e stavamo condividendo lo stesso sogno, perché di sogno si tratta di ciò che abbiamo visto e provato oggi.
No, non può essere reale che esistano siti come Namaskard, Namafjall, Dalfjall, Hverir...
Può esistere in una favola? No, nessun essere umano riuscirebbe a ricostruire nell'immaginario siti così.
Ma forse siamo caduti in un incantesimo, ma si certo soltanto un mago li potrebbe ricreare, si ecco dove siamo, siamo partecipi di una magia! Ma una domanda ci viene spontanea, ma quanti colori può creare una magia?
Oggi giornata dedicata al trekking.
Ma in Islanda fare trekking significa esplorare, meravigliarsi, sentire il morso di una terra viva, emozionarsi di fronte a tanta potenza.
Sulla cresta di Namafjall, originata dell'eruzione sgorgata da una fenditura, un sentiero percorribile a piedi conduce dalla strada del passo di Namaskard ad una magnifica vista sul paesaggio fumante dei dintorni.
A nord del passo c'è un altro crinale , il Dalfjall con un vasto crepaccio che testimonia che il monte sta lentamente spaccandosi a causa della divaricazione delle zolle europea e americana.
Ci ritroviamo poi su gli scoscesi pendii color ocra di Hverir, un paesaggio lunare di pozze di fango bollenti, di soffioni, pozze rumorose, colori non catalogabili... il fascino di Hverir conquista chiunque ci posi lo sguardo.
8 settembre Giorno 24 - da Vogar a Askja
Pista di Oskjuleid (la via dell'Askja).
Ehm... ci sono i santuari religiosi... e poi ci sono i santuari della Natura, si oggi andiamo a far visita a Askja, basta la parola!
Escursione verso il centro dell'Islanda, alle porte del Vatnajokull, l'immenso ghiacciaio islandese.
Askja è un vulcano ancora attivo ben pieno di acqua a circa 4 gradi, con accanto il fratellino Viti con acqua a circa 15 gradi!
Ma per arrivarci dobbiamo prima inchinarci alla regina d'Islanda, il monte Heirdubreid, nominato National Montain dal popolo islandese.
La montagna più caratteristica di tutta l'Islanda (1.682 mt) la si può paragonare a una torta, gli islandesi la chiamano con il dovuto rispetto la "Regina dei Monti".
Tra l'altro è un soggetto molto amato da pittori e scrittori islandesi, affascinati dalla sua innegabile bellezza.
Si continua e oplà eccoci sulla Luna, km e km di campi di lava, il deserto più grande d'Europa con le impressionanti spaccature a forma di bolla e con croste laviche che sembrano ancora galleggiare sul magma.
Ma ci sono anche da fare i "fresh water" ovvero guadi dei fiumi di cui uno il Jukulsa a fjollum, che genera la famigerata cascata di Dettifoss.
Lungo il percorso incontriamo 3 rifugi che sembrano delle oasi nel deserto, fra cui anche un piccolo complesso turistico con l'ufficio informazioni della riserva naturale, un campeggio da 30 posti letto, una sistemazione comoda e graziosa con docce, una cucina e un custode.
Askja si fa desiderare, il tragitto è molto provante, ma quando arrivi lì... altro che Luna!
8 settembre Giorno 24 - Askja
Askja, la fredda, ventosa e desolatissima caldera dell'Askja, così viene presentata la destinazione principale di questa regione.
Noi siamo stati molto fortunati, circa 15 gradi, niente vento e in quanto a desolatissima, si ma per quanto terribilmente inospitale, noi amiamo alla follia territori con queste caratteristiche e pensiamo che questa caldera di 50 kmq sia assolutamente imperdibile.
E' difficile immaginare quali forze sovrumane abbiano potuto crearla, ma di fronte a un tale paesaggio non si può fare a meno di meditare sulla potenza della natura e sulla fragilità umana!
Askja è un vulcano ancora attivo ben pieno di acqua a circa 4 gradi, con accanto il fratellino Viti con acqua a circa 15 gradi!
Dalla sede del parco ci si arriva a piedi in circa 3 chilometri camminando su un terreno che va dal nero, al rosso e al bianco del ghiaccio, si arriva a vedere il primo "craterino" Viti dopo una breve salita dove al culmine non puoi che rimanere folgorato da ciò che vedi.
All'interno di Viti un lago di acqua calda che dovrebbe oscillare tra i 15 e 20 gradi, un tuffo in questa piscina è un'esperienza da non perdere ma ci sono due cose da tenere presente, la prima è che il sentiero che scende al lago è molto scivoloso e ripido, la seconda è che ultimamente viene sconsigliato il bagno perché sembra che l'acqua potrebbe avere delle proprietà non salutari al contato con la pelle.
Ma parliamo di Askja, il cratere principale, un'area di 11 kmq con un lago di colore blu zaffiro profondo ben 220 mt.
Il cataclisma che ha dato origine a Askja è avvenuto in tempi relativamente recenti, nel 1875, il vulcano eruttò una quantità enorme di materiale e gli effetti raggiunsero sia l'Europa che l'America. Come siamo insignicanti noi umani!
9 settembre Giorno 25 - da Myvatn a Husavik
Quindicesima tappa in bici, le strade le nostre inseparabili compagne di viaggio, senza di loro sarebbe impossibile soltanto immaginare i luoghi da "conquistare".
Le strade ti incoraggiano, ti fanno riflettere, ti impauriscono, le strade sono come vedere un intimo film sull'ottovolante!
Ti mettano alla prova alzandosi improvvisamente ma poi riconoscono la tua voglia di stare con loro e ti ripagano con discese mozzafiato.
Sulle strade siamo a casa, quando provi ad abbandonarle può prenderti il panico e quindi maledici il momento che hai deciso di andare avanti senza di loro.
Da Myvatn a Husavik è stato un intimo, emozionante pedalare insieme a loro, ci hanno accompagnato in amicizia badando a farci arrivare a destinazione con un'atmosfera perfetta, temperatura oltre i 20 gradi, cielo azzurro, niente vento, una strada magnetica, una strada fra le più belle fatte quest'anno.
Husavik è stata una sorpresa, 9 anni fa ci eravamo arrivati con vento e freddo "islandesi", non riuscivano a stare all'aperto!
Anche il paese ci ricordiamo che non ci soddisfò molto... ma adesso è cambiato profondamente.
Intanto ci siamo arrivati con un sole che ci ha riscaldato quasi a 20 gradi, il paese è diventato la "Portofino" d'Islanda, orde di turisti in fila per accaparrarsi il biglietto per l'avvistamento delle balene, alberghi e locali in un numero esagerato...
Beh, Husavik è sicuramente un valido punto di appoggio per le escursioni in questa regione anche perché come ci accorgeremo in seguito, dopo ci sarà il nulla come punti di appoggio e servizi!
10 settembre Giorno 26 - da Husavik a Dettifoss e Asbyrgi
E con oggi chiudiamo il "Diamond Circle"!
Partiamo da una vera e prova forza della natura, dopo 9 anni andiamo a ritrovare la possente Dettifoss, uno spettacolo da brividi, la cascata più impressionante di tutta l'Islanda.
La sua particolarità non è l'altezza, circa 44 metri, ma la portata d'acqua, mai meno di 193 metri cubi d'acqua al secondo che fanno vedere i pennacchi degli spruzzi ad almeno 1 chilometro di distanza. Che altro dire, questi luoghi non hanno parole, soltanto emozioni, intime.
E Selfoss? Un po' sfortunata, è distante soltanto 5 minuti, viene visitata sempre dopo la più famosa, è vero è meno imponente della sorella maggiore ma è molto più elegante e quasi mistica e comunque si sta parlando di gioielli naturali!
Ad Asbyrgi chiudiamo questo magico "circolo di diamanti", che non a caso è chiamato anche il Rifugio degli Dei.
E anche noi andiamo a rifugiarci fra questi boschi di betulle già con i colori autunnali.
Iniziamo il percorso sul sentiero in alto e subito ci troviamo a camminare sull'orlo di un enorme canyon a forma di ferro di cavallo.
Questo lussureggiante canyon si estende per 3,5 km e raggiunge un ampiezza di 1 km. Da l'alto si nota bene come le rocce proteggono la foresta di betulle dai venti forti e soprattutto dalle pecore affamate, proprio per questo motivo qui gli alberi riescono a crescere fino a 8 metri di altezza, una vera rarità in Islanda.
11 settembre Giorno 27 - da Dettofoss a Halsakot
Oggi vi raccontiamo di Desole', questa penisola nel Nord Est dell'Islanda non abitata se non da qualche pecora e pochissime fattorie.
Una strada alla fino del mondo che scorre poco sotto la linea del Circolo Polare Artico, una selvaggia strada costiera per molti tratti sterrata dal traffico inesistente che si snoda intorno alla punta estrema nord orientale dell'Islanda.
Oggi l'aria artica si è fatta sentire con i suoi 10 gradi! E quindi ci sta di incontrare a Raufarhofn, l'insediamento più a nord d'Islanda, una sorta di Stonehenge islandese ancora in costruzione su una collinetta.
Raufarhofn rende bene l'idea dell'atmosfera di questo territorio, sembra l'ambientazione perfetta di un romando di Stephen King, è un posto tranquillo e un po' spettrale, con un cimitero situato in posizione dominante.
La penisola ha delle lande sconfinate e colline ondulate a perdita d'occhio. Con strade da film a ogni curva!
E poi arriva Hellisheidi, che non è Heidi ma il passo montano più alto d'Islanda, che ci ha accolto con una bella nebbia ma anche con dei colori surreali.
E dalla vetta la vista spazia sul delta di due fiumi che creano la geografia pura! Anse che vedi a decine di km, e segui il corso del fiume fino al mare!
Meraviglia!
Andate a visitare questa Islanda molto lontana dal turismo ma tanto vicina al nord profondo.
12 settembre Giorno 28 - da Halsakot a Hofn
Dalla penisola di Langaness a Hofn, lasciamo la nostra amata solitudine e ci apprestiamo a tuffarci nella parte più trafficata d'Islanda.
Il tragitto come al solito è stato un continuo meravigliarsi di ciò che stavamo vedendo. Laghi, fiumi, cascate, foreste, strade sterrate, formazioni rocciose mai viste, i fiordi, l'oceano e finalmente ritroviamo le bocche del Vatnajokull, l'immenso ghiacciaio si è fatto vedere sul tardi mentre ormai il giorno se ne stava andando... ma domani ti becchiamo!
Oggi siamo tornati volentieri sui banchi di scuola, quando nella lezione di geografia ti parlano degli strati della Terra e delle varie epoche.
Impressionanti rocce che raccontano di eventi geologici di milioni di anni fa.
Siamo super piccoli!
Tutto questo di fronte alla seconda o terza cascata più alta d'Islanda, dove davvero il tempo si è fermato!
Hengifoss e Litlanefoss, la prima è al secondo posto come cascata più alta d'Islanda, non appena raggiunto il canyon rimaniamo stupiti dalla potenza dell'acqua, la cascata precipita per 120 metri in una gola in cui i strati di roccia bruna si alternano ad altri di colore rossastro.
Hengifoss si raggiunge con una camminata di un'ora circa in andata e ritorno, in alcuni punti l'ascesa e ripida, ma poi il sentiero diventa pianeggiante specie quando ci si addentra nella gola.
A metà strada si incontra una cascata più piccola, Litlanefoss, circondata da spettacolari colonne di basalto verticali disposte a nido d'ape.
Infine un'avventurosa strada sterrata ci catapulta a Hofn dove ritroveremo le lingue glaciali del Vatnajokull.
13 settembre Giorno 29 - da Hofn a Flaga
Ormai siamo arrivati nella parte d'Islanda più famosa, più attrezzata e più affollata, molto più affollata, ma d'altronde con le attrazioni naturali che ci sono in questa parte del sud è inevitabile e in un certo senso, giusto che ci sia tanta gente.
Non c'è da raccontare tanto di questa parte di territorio, nel senso che è così famoso e frequentato che si rischia veramente la banalità nel descriverlo.
Ieri appena arrivati a Hofn avevamo reclamato la presenza del ghiacciaio più grande d'Europa che aveva fatto soltanto capolino... e allora oggi oltre a farsi vedere nel suo splendore (cioè un piccolissimo lembo di quello che è realmente) ci ha letteralmente ricoperti di ghiaccio.
Un fantastico mondo di ghiaccio con gli iceberg che si vanno a riposare sulla spiaggia di sabbia nera dopo aver navigato nella laguna di Jokulsarlon.
E poi il parco di Skaftafell... dove si potrebbe stare almeno una settimana... Fermi tutti, ci gira la testa!
Noi, che questi territori ci piacciono poco... gli abbiamo già visitati in altri 2 precedenti viaggi, ma come si fa a trascurare la bellezza quando gli passi così vicino?
E quindi non gliela vuoi dare un'occhiata ai ghiacciai?
Quei ghiacciai strepitosi e super accessibili! Li tocchi con mano! Lingue suggestive che scendono sempre da lui, il Vatnajokull, il super ghiacciaio!
E poi la spiaggia con gli iceberg diamanti che un designer ci prenderebbe ispirazione per creare nuovi oggetti!
E poi la laguna glaciale "minore" con il muro di ghiaccio che "soffia" vento artico!
Sembra passato un secolo ma è solo la giornata di oggi!
Emozioni congelate nella bellezza!!!
14 settembre Giorno 30 - Vik
Ma come? Ieri ghiacciai e oggi mare?
Allora non siete più in Islanda???
Si, invece siamo sempre qui ancora per qualche giorno, e quindi ci godiamo il "parco divertimenti Islanda" dove ad ogni km trovi una emozione nuova, un colore nuovo, una prospettiva diversa!
Dyrholaey, Reynisfjara ci fanno godere di una giornata quasi fossimo in costa azzurra...
Insomma cara Islanda, lasciaci in pace con tutta questa maestosa bellezza, ogni tanto concedi un po' di tregua e facci vedere anche qualche bruttura. Impossibile!
15 settembre Giorno 31 - da Vik a Milli Vina
Il cerchio si chiude (quasi), il nostro tour sta per terminare, e quale miglior modo per chiudere questo cerchio?
Oggi fra i tanti siti da "gustare" abbiamo scelto di fermarci in 3 perle... Skogafoss che ci ha riaccolti per la terza volta con uno strepitoso arcobaleno.
Kerid che si è presentato come uno dei vulcani più "giovani" soltanto 6.500 anni.
E poi la casa dove tutti vorremmo essere accolti, ovvero Milli Vina Guest house, una pacifica dimora per stare semplicemente bene... con tramonto spettacolare incorporato!
Dicevano di Skogafoss una cascata talmente suggestiva da sembrare finta, è la cascata che disegnamo da bambini, quella rappresentata nelle favole e addirittura stavolta era contornata anche da splendidi arcobaleni!
Poi il vulcano "pret-à-porter" ovvero Kerid!
Formatosi "solo" 6.500 anni fa, Kerið è uno dei crateri più spettacolari di tutta l'Islanda. Con i suoi 55 metri di profondità, i suoi 270 metri di lunghezza e i suoi 170 metri di larghezza, è caratterizzato da un'insolita forma ovale.
È sorprendente percorrere il perimetro del cratere e ammirare l'intenso contrasto cromatico creato dall'azzurro turchese del lago e dal colore rosso e verdastro della terra e del muschio che ricopre le pareti del cratere.
La cosa pazzesca è che in Islanda le meraviglie sono accessibili a tutti, almeno a quelli che hanno voglia di esperienze! Basta non avere fretta perché per la Bellezza ci vuole tempo!
Tempo per godersela e apprezzarla!
Il cerchio di oggi e praticamente di questo ciclo viaggio, che non è più un viaggio ma un'esperienza, si chiude nella meravigliosa e accogliente Milli Vina Guesthouse!
16 settembre Giorno 32 - da Milli Vina - Keflavik
E così il 4TH BIKE ICELAND TOUR è terminato!
l'Islanda ci sta salutando con un sole fresco e senza vento, che è piuttosto raro!
È un modo per lasciarci il miglior ricordo e per fare in modo di volerle sempre più bene!
Siamo super felici di aver vissuto questa esperienza perché fare 4 viaggi in bicicletta in Islanda vuol dire fare un'esperienza più che un semplice viaggio.
In questi anni abbiamo sempre cercato uno o più aggettivi per descrivere l'Islanda, ne abbiamo cercati tanti ma alla fine vincono sempre questi due: essenziale e potente!
17 settembre Giorno 33 - da Reykjavik a Bologna
La dura vita del cicloturista!
Quando parti sei tutto contento di rimontare la tua bici pezzo per pezzo anche nei posti più impensabili.
Quando torni invece i pezzi non si ricompongono mai, ma sicuramente è perché non vorresti esser tornato!
Riflessioni da rientro choc a casa dopo oltre un mese di Islanda in bici:
Siamo felici di aver viaggiato, siamo felici di aver viaggiato in Islanda, siamo felici di aver viaggiato in Islanda in bicicletta, siamo felici di aver viaggiato in Islanda in bicicletta insieme...
Siamo felici di viaggiare sempre, dovunque.
Siamo felici di esplorarci, continuamente.
Siamo felici di aver provato emozioni, sensazioni nuove, belle, pericolose, inaspettate, faticose, estasianti.
Abbiamo pianto, era tanto che non lo facevamo!
Alla Prossima!
Ti racconto una storia, dall'Islanda
viaggiando sulla strada con tutte le sue pagine da leggere e da scrivere
leggi le nostre piccole, curiose e appassionanti storie frutto di 36 anni del "viaggiar lento"
Sono trentotto anni che viaggiamo in bici.
Organizzare, progettare un viaggio opss... un CicloViaggio è quasi bello e avvincente come farlo!
Quasi..., perché il bello di un CicloViaggio sta anche nella capacità di modificarlo in corsa. Infatti in bicicletta devi considerare una serie di situazioni che con altri mezzi di trasporto ignoreresti, ma soprattutto in bicicletta (ri) vivi quella sensazione di esploratore che ti porta a costruire il tuo "scoprire" metro dopo metro, orizzonte dopo orizzonte, in bicicletta diventi parte del territorio che attraversi e quindi ti fai condurre verso le sue pieghe più intime.
Così, come facciamo noi.
Buon Viaggio a tutti!
Va... Ste...