LUNGHEZZA km 65 - DISLIVELLO mt 200 -
TEMPO h 4,12 - VELOCITA' MEDIA 15,5 km/h
Una pedalata nel cuore della Toscana, tra le province di Siena e Arezzo, è un'occasione per godere della natura, in un ambiente segnato dalla presenza dell'uomo.
Ma è anche un'opportunità per conoscere le tracce della lunga lotta condotta da granduchi e governanti, braccianti e agricoltori contro le paludi. La Valdichiana si estende in direzione nord-sud ed è definita nel suo margine orientale dalle colline che la separano dalla valle del Tevere e in quello occidentale dalle alture boscose che la separano dai bacini dell'Ombrone e dell'Ambra.
La pianura, un tempo paludosa e malsana, era segnata dalla presenza di numerosi specchi d'acqua, di cui rimangono oggi visibili i laghi di Montepulciano e Chiusi.
L'itinerario del Sentiero della Bonifica prende il suo nome dai grandi lavori di risanamento che, a partire dal XVI secolo, i Medici condussero su queste terre, visto che i più deboli governi locali non erano in grado di procedere all'opera con le loro forze.
Per circa quattro secoli, prima i Medici, poi i Lorena e infine lo stato italiano utilizzarono grandi risorse e i talenti dei migliori ingegneri delle loro epoche (tra cui Galileo Galilei) per raggiungere il risultato che oggi si può attraversare e percorrere su due ruote: una delle più fertili pianure dell'Italia centrale.
Per lunghi tratti, la pista si svolge lungo l'argine del canale Maestro della Chiana, cioè il collettore centrale della bonifica. L'alveo in antico era il fiume Clanis che scorreva però in direzione nord-sud, opposta a quella attuale, raggiungendo il fiume Paglia presso Orvieto e quindi il Tevere
Dall'XI secolo in poi, a causa di movimenti sismici, la parte settentrionale della valle mutò pendenza e il Clanis iniziò a riversarsi nell'Arno. Ma la scarsissima pendenza generò le paludi che motivarono poi la bonifica e la trasformazione del Clanis in un vero e proprio scolatore delle acque stagnanti.
Il percorso, da Chiusi ci si porta al lago di Chiusi, in questa zona si trova la torre dal singolare nome "Beccati Questo" costruita dai senesi nel 1427 per fronteggiare le mire espansionistiche della città di Perugia che, con un certo spirito umoristico, costruì una seconda torre cui diede il nome di "Beccati Quello".
Lasciato alle spalle il lago di Chiusi, dove si trova uno dei tre punti ristoro che incontrremo lungo il percorso, il tracciato prosegue utilizzando gli argini di una serie di canali fino al lago di Montepulciano, che prende il nome del nobile borgo insignito della "Bandiera Arancione" del TCI.
Si tratta di uno specchio d'acqua di piccole dimensioni, che però ospita un numero ragguardevole di uccelli.
Superati i laghi, la ciclabile inizia a correre vicino al canale Maestro, lasciandosi sulla destra il paese di Valiano e i resti delle opere idrauliche (il complesso del Callone) costruite nel 1718 per regolare il livello del canale e distrutte nel 1944 dall'esercito tedesco in ritirata verso nord.
Oltrepassata la zona di Chianacce, la pista lascia sulla sinistra un apossibile deviazione verso Foiano della Chiana e passa ai piedi della collina su cui sorge la villa di Brolio in un tratto dove si trova una delle ultime colmate della valle.
Metodo antico ma molto avanzato di bonifica, la colmata aveva lo scopo di prosciugare una zona paludosa innalzando lentamente il livello del terreno. Il risultato era ottenuto realizzando un argine tutto intorno all'area prescelta e facendovi poi sboccare un corso d'acqua. Il flusso che usciva dall'altra parte della colmata era limpido e pulito, avendo l'acqua corrente, rallentata nel suo corso, lasciato all'interno della colmata tutti i suoi detriti.
Proseguendo verso nord, una serie di altre opere idrauliche raccontano la storia della lotta per prosciugare le paludi come la galleria Allacciante nella zona di Castroncello, o i canali, i ponticelli e le dighe che segnano tutta la porzione settentrionale della Valdichiana.
Il sentiero termina tra le case di Pratantico ma si continua verso la stazione di Arezzo tramite la comoda cilabile cittadina.
Sono trentotto anni che viaggiamo in bici.
Organizzare, progettare un viaggio opss... un CicloViaggio è quasi bello e avvincente come farlo!
Quasi..., perché il bello di un CicloViaggio sta anche nella capacità di modificarlo in corsa. Infatti in bicicletta devi considerare una serie di situazioni che con altri mezzi di trasporto ignoreresti, ma soprattutto in bicicletta (ri) vivi quella sensazione di esploratore che ti porta a costruire il tuo "scoprire" metro dopo metro, orizzonte dopo orizzonte, in bicicletta diventi parte del territorio che attraversi e quindi ti fai condurre verso le sue pieghe più intime.
Così, come facciamo noi.
Buon Viaggio a tutti!
Va... Ste...