Dal Parco di Galceti alla vetta del Moteferrato

Dal Parco di Galceti alla vetta del Monteferrato

DA NON PERDERE

  • La bella passeggiata sopra un poggio quasi in città.


Per chi si trova a passeggiare nel parco di Galceti a Prato, anche arrivando in bici con il percorso ciclabile, consigliamo di "allargare la scampagnata" con una bella escursione sul Monteferrato.

Un percorso di poco più di 1 ora tutto in salita... (ma poi si ritorna con un'oretta scarsa tutta in discesa!), il sentiero si sviluppa sul tracciato CAI n. 12, sino a raggiungere la vetta più alta della zona, il Poggio Monteferrato (420 m), punto panoramico di notevole ampiezza, verso la piana pratese fino al Montalbano. Il tracciato attraversa uno degli ambienti di maggiore interesse naturalistico della provincia, e di particolare suggestione, caratterizzato da una particolarissima vegetazione rupestre e da un rado bosco di pino marittimo.

L'A.N.P.I.L. "Monteferrato" occupa una superficie di 4.486 ettari lungo il sistema collinare-montano che delimita a nord la pianura alluvionale di Firenze-Prato-Pistoia. Su parte dell'area insiste il S.I.C. (Sito di Interesse Comunitario) di “Monteferrato e Monte Javello”, individuato dalla Regione Toscana.

Il territorio protetto è il risultato di un processo di trasformazione della natura ad opera dell’uomo. Il gruppo montuoso del Monteferrato è un contrafforte preappenninico caraterizzato da un punto di vista geologico dalla presenza di rocce ofiolitiche. Le tre cime, Piccioli, Mezzano e Chiesino o Poggio Ferrato, raggiungono la quota massima di 420 metri.

L'area del Monferrato è stata interessata fin dai tempi antichi da insediamenti umani ed attività produttive. Presso Galceti sono stati rinvenuti reperti preistorici che testimoniano la presenza stabile dell’uomo già 30-40 mila anni fa. Ulteriori reperti testimoniano la presenza umana anche in era neolitica e soprattutto nell’età del bronzo. Certa anche la presenza del popolo etrusco, confermata dall’importante ritrovamento di un cippo funerario di tipo fiesolano presso Montemurlo.
In tempi più recenti (XIX secolo) l’area del Monteferrato richiamò numerosi personaggi importanti per la storia e la cultura del tempo tra cui i più illustri maestri macchiaioli, ospitati a Villa del Barone dal pittore e mecenate Cristiano Banti.


Flora e fauna

Le rocce ofiolitiche (e soprattutto le serpentine) hanno dato origine a un suolo povero di elementi nutritivi ma relativamente ricco di elementi tossici per le piante che, combinato all'estrema aridità, alla ventosità e alle elevate temperature estive, determina un ambiente particolarmente ostile per lo sviluppo delle piante. La forte selezione della flora limita la presenza di individui cui si contrappone, però, una rilevante varietà di specie (oltre 900 specie, fra piante superiori, felci e crittogame).
Di particolare interesse anche l'aspetto faunistico dell'area del Monferrato. Tra i mammiferi sono presenti molte specie di ungulati, fra i quali il cervo, il capriolo, il daino ed il cinghiale; tra i piccoli mammiferi ricordiamo il toporagno e il pipistrello orecchione. Tra i predatori sono presenti la faina, la donnola, la puzzola, il tasso e la volpe.
Tra le molte specie di uccelli presenti, nidificano nell’area il picchio verde, il martin pescatore, l’albanella minore, la poiana. Nelle vicinanze delle aree umide si trovano alcune colonie di airone cenerino. Alcuni esemplari di aquila reale, probabilmente provenienti dalle Alpi Apuane, sono state avvistate sopra il Monferrato.

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