LUNGHEZZA km 52 - DISLIVELLO mt 940 -
TEMPO h 3,40 - VELOCITA' MEDIA 14,3 km/h
Durante il nostro ciclo viaggio itinerante nell'Italia centrale del 2020, abbiamo fatto sosta a Santo Stefano di Sessanio, praticamente la porta a sud di Campo Imperatore e del Gran Sasso da cui venivamo.
E proprio perché siamo stati letteralmente rapiti dalla tappa appena fatta, abbiamo deciso di fermarci un giorno, ma non per riposarci ma per approfondire e per rivedere in parte un territorio magico ed emozionante. Un circuito da fare in un giorno che ci ha fatto ulteriormente scoprire quanto questo Abruzzo sia fantastico e a misura di bici.
Quindi ancora ubriacati dalla discesa dal Gran Sasso e l'attraversamento di Campo Imperatore del giorno prima, rimontiamo in sella e ci apprestiamo ad esplorare questo circuito di poco più di 50 chilometri, fra santi, rocche, castelli, rifugi e campi.
Iniziamo il percorso dai santi, o meglio da Santo Stefano di Sessanio che fa parte del Club dei Borghi più belli d'Italia ed è in effetti é molto suggestivo, ottima l'armonia degli elementi architettonici, praticamente un cammeo incastonato tra i monti.
Come tutti i borghi isolati, negli anni passati ha subito un massiccio spopolamento e quindi un avvio al degrado, ma l'intelligenza e la tenacia di questa gente ha riportato il borgo ad una nuova vita rendendo lo spopolamento passato in una virtù.
Le strutture non hanno subito i brutali ammodernamenti che si possono notare purtroppo in altri contesti, qui hanno rilanciato uno sviluppo turistico sostenibile nella forma dell'albergo diffuso, e lo hanno fatto anche molto bene Da luogo della marginalità e dell'abbandono a luogo di sperimentazione di un grande modello di sviluppo ecosostenibile, oggi Santo Stefano di Sessanio è al centro di un crescente interesse turistico e culturale, mèta di turismo culturale e naturalistico di qualità, ma anche luogo di elezione per molti artisti.
E adesso pedalare verso le "rocche", non ci facciamo trarre in inganno dalla leggerissima discesa che ci porterà ai piedi di un'altra attrazione di questo giorno in bici. Infatti se vogliamo arrivare a Rocca Calascio non possiamo ignorare una discreta salita di circa 3 chilometri con punte al 11%, però che bello arrivare lassù!
Durante l'arrampicata non si vede dov'è la Rocca, quindi non si ha punti di riferimento, di dove finirà la strada, ci si accorge di qualcosa sfiorando il borgo medievale Calascio. Il borgo è un intrico di vie sulle quali si affacciano le case in pietra. Molte di queste portano i segni dei terremoti, altre sono completamente risistemate. Le piante e i fiori fuori dalle case raccontano però di una cura del borgo che non può che affascinare chi è in transito verso la Rocca.
Ad un certo punto capiamo di essere praticamente arrivati a destinazione quando davanti ai nostri occhi vediamo spuntare la chiesa della Madonna della Pietà. La sua costruzione risale agli anni a cavallo tra il XVI e il XVII secolo. Venne voluta dagli abitanti del luogo come segno di ringraziamento nei confronti della Madre Celeste per una vittoria su di una grossa banda di briganti. Gli abitanti locali stavano spostandosi da Campo Imperatore verso le terre della Famiglia Piccolomini e riuscirono a tenere testa all’attacco subito dai briganti provenienti dallo Stato Pontificio.
La chiesa della Madonna della Pietà è praticamente ai piedi di Rocca Calascio, a un’altitudine di 1432 metri sul livello del mare. La sua struttura è a base ottagonale e ogni lato ha una larghezza di cinque metri e mezzo. La facciata principale l'ammiriamo salendo il colle che porta fino alla rocca, ed è in stile barocco. Il portone di ingresso è incorniciato da due lesene e sormontato da un timpano curvo spezzato e una piccola edicola al di sopra. Ai lati del portone ci sono due nicchie vuote.
Lasciamo riposare le biciclette e girando la testa vediamo sulla collina il castello di Rocca Calascio, che dà il nome a tutto il borgo. Posto a 1460 metri di altitudine è costruito su di uno sperone che consentiva di controllare comodamente tutto il territorio sottostante. Il suo impiego era infatti quello di monitoraggio difensivo e punto d’osservazione militare in comunicazione con gli altri castelli e le torri, in una catena che arrivava fino al mare Adriatico. La comunicazione avveniva attraverso delle torce durante la notte e degli specchi durante il giorno.
La sua altitudine rende rocca Calascio una delle fortificazioni più alte d’Italia e da qui domina l’intera valle del Tirino e la piana di Navelli. Veramente molto bello quassù, e ancora più suggestivo la vista della Rocca al tramonto e con l'illuminazione notturna.
Riprendiamo le bici e dopo le "rocche" adesso tocca a i "castelli", direzione Castel del Monte. Con una piacevolissima discesa abbandoniamo Calascio per affrontare dopo circa 8 chilometri una salita di circa 5 chilometri con una punta massima al 15% che ci porta nel centro di Castel del Monte arroccato sul versante meridionale del monte Bolza, nel lato sud del Gran Sasso. Dai suoi vicoli potrai godere di un bel panorama sulla valle del Tirino.
Annoverato tra i borghi più belli d’Italia, Castel del Monte in Abruzzo è veramente una piccola perla. Il suo centro storico è un insieme di vicoli e palazzi in pietra. Questi raccontano di un passato ricco e di una cittadina che si è evoluta aumentando progressivamente di dimensioni.
Anche a causa dei terremoti, molte case risultano essere vuote e passeggiare per le sue vie può dare una sensazione quasi di paese fantasma, soprattutto nelle ore più calde estive. Però non si può fare a meno di rimanere a bocca aperta, innamorandoti dei suoi scorci.
Si ok il borgo, ok il panorama, ma il castello? Noi ci aspettiamo di vedere un castello. In realtà quello che troviamo è semplicemente un grande centro storico le cui dimensioni sono cresciute durante i secoli.
Il nome di Castel del Monte, però, è coerente, perché legato all’antico castello da cui nacque la città. Infatti tra l’XI e il XII secolo venne eretto un castello, la cui chiesa matrice di San Marco Evangelista era la cappella, per dare protezione ai pastori che venivano da valle. Col tempo il castello è stato trasformato nel borgo a cui sono poi stati aggiunti ulteriori quartieri.
Quindi oggi non è più possibile vedere il castello vero e proprio, ma noi ci accontentiamo di passeggiare e pedalare per le vie dell’antico Ricetto, cuore del vecchio castello.
Bene, qui si passeggia, si pedala, si osserva, ma sta arrivando la fame, e abbiamo sentito parlare di un posto magico dove "vivono" i famosi arrosticini, si nell'immenso altopiano del Gran Sasso esiste il mitico Rifugio Mucciante, quindi adesso tocca a i "rifugi".
Noi ci arriviamo con una bellissima strada un po' mossa ma non impossibile, un colpo al cuore lo dà il panorama che ad un certo punto si apre sulla piana di Campo Imperatore, ma di questi "campi" ne parliamo dopo.
Il Rifugio Mucciante quindi, curiosa la storia di questo posto: era stato costruito per ospitare il “Way Station Cafè”, l’autogrill della stazione di servizio Texaco presso la quale i protagonisti del film “Autostop rosso sangue” di Pasquale Festa Campanile si fermano a fare rifornimento, durante una gita in California.
Finite le riprese del film, il signor Mucciante, che aveva un chiosco di carne poco distante, rilevò il locale e ne fece il ristoro che ora è conosciuto in tutto Abruzzo e non solo.
La caratteristica di questo posto è che compri direttamente da loro la carne che viene coltivata a Campo Imperatore, dalle braciole alle costine e bistecche, alle salsicce e ovviamente gli arrosticini, vere e proprie star di questo luogo.
Una volta comprato il tutto si utilizza uno dei tanti bracieri messi a disposizione dal ristoro per cucinarli: non bisogna pensare a nulla, perché la carbonella viene accesa da loro grazie a dei spargi fiamme potentissimi che in pochissimo tempo li fanno ardere!
La bellezza di questo posto sta proprio in questo: comprarsi gli arrosticini e cucinarseli da soli, e poi mangiarseli in uno dei tanti tavoli messi a disposizione per le persone.
Adesso ci tocca ripartire, adesso arriva il bello, questo giretto in bici lo abbiamo voluto fare proprio per tornare ad ammirare e per tornare ad emozionarci nell'attraversare nuovamente una parte della piana di Campo Imperatore, uno dei nostri posti Top Five in Italia. Si siamo arrivati all'ultimo capitolo del nostro giorno in bici, un capitolo di cui facciamo fatica a descriverlo. Questo posto va vissuto, respirato, contemplato, un luogo intenso. Si questi "campi" sanno di bellezza e noi aggiungiamo soltanto che del nostro lungo viaggio italiano "In bici fuori dal tempo", questo è stato il numero uno per le emozioni che ci ha regalato.
E così ancora ipnotizzati da sua maestà Campo Imperatore, ci tuffiamo giù in una fantastica discesa che ci riporta nella realtà, si fa per dire, fra i "santi", per riposare un po' a Santo Stefano di Sessanio!
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Sono trentotto anni che viaggiamo in bici.
Organizzare, progettare un viaggio opss... un CicloViaggio è quasi bello e avvincente come farlo!
Quasi..., perché il bello di un CicloViaggio sta anche nella capacità di modificarlo in corsa. Infatti in bicicletta devi considerare una serie di situazioni che con altri mezzi di trasporto ignoreresti, ma soprattutto in bicicletta (ri) vivi quella sensazione di esploratore che ti porta a costruire il tuo "scoprire" metro dopo metro, orizzonte dopo orizzonte, in bicicletta diventi parte del territorio che attraversi e quindi ti fai condurre verso le sue pieghe più intime.
Così, come facciamo noi.
Buon Viaggio a tutti!
Va... Ste...